Il calcio italiano ai tempi del coronavirus non si sente affato sconfitto, anzi... ripartirà prima possibile, probabilmente a giugno perchè in ballo ci sono interessi economici troppo importanti per essere disattesi e le perdite di fatturato sarebbero incalcolabili. Qualcosa come piu di 300 milioni solo per la serie a quasi 50mila posti di lavori a rischio. La posizione del presidente del Perugia Santopadre è chiara: ripartire è un rischio per la salute dei giocatori e di tutti coloro che gravitano nel mondo calcio, ma se proprio si andrà verso questa decisone si chiede alla Federcalcio di mettere sul piatto 8 milioni di euro (400mila per ogni club) che equivalgono alla spesa che dovrà essere sostenuta dalla società cadette per poter attuare il protoollo sanitario diramato nei gorni scorsi dalla stessa federazione e necessario per adottare tutte le misure di sicurezza. «Occorre aspettare almeno un altro mese - ha detto il presidene biancorosso - e vedere quello che accade, sicuramente si andrà avanti con altri presupposti economici e bisognerà capire quali saranno le entate. Siamo in fase di ridefinizione del contratto televisivo, il campionato ripartira' ma con altri equilibri ... Le linee guida della FIGC sono state dettate dalla necessità di assegnare i titoli, purtroppo i soldi sono importanti quanto la vita quindi a questo punto chiedo alla Federazione di mettere sul piatto 8 milioni di euro per le società di serie b, 400mila a testa, perchè per attuaare il protocollo sanitario predisposto in questi giorni, altrimenti finiranno di dissanguarci. Io dico no alla ripartenza, ma se occorre ripartire la Figc ci dia soldi per le misure riviste dal protocollo sanitario . Non ci saranno grandi stravolgimenti nel Perugia, dovremo solo essere più consapevoli di quanto è difficle fare calcio. Penso che per dare continuità nel calcio occorra fare sacrifici e questo vale per tutti».