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    La presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, hanno sottoscritto stamani a Bastia Umbria l’Accordo per la coesione che assegna all’Umbria le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il ciclo di programmazione 2021-2027 per un importo totale di 210,496 mln di euro, dei quali 61 milioni di cofinanziamento regionale. Era presente anche il ministro per la Coesione, Raffaele Fitto.

    “La Regione Umbria ha vissuto un mandato estremamente complesso, condizionato dall'emergenza sanitaria, - ha detto la presidente Donatella Tesei- Nonostante tutto, siamo riusciti ad affrontare sia l’emergenza pandemica, che a dare sostegno alle famiglie e  alle aziende.  E voglio anche ringraziare proprio le imprese per il grande sforzo che hanno fatto in questo periodo di crisi, perché senza imprese non c’è economia e non c’è lavoro. Ringrazio  il  governo  del Presidente Meloni - ha proseguito- per le politiche messe in campo che sono indirizzate allo  sviluppo delle imprese, così come stiamo facendo anche io noi in regione".

    "L' accordo di oggi - afferma la presidente Tesei-  ci permette di investire fortemente in Umbria, ammodernando, riqualificando e rilanciando la nostra Regione anche per riuscire ad attrarre e trattenere i giovani. In questo contesto,

    i grandi interventi  saranno determinati per migliorare la competitività dell'Umbria anche con una proficua interlocuzione col governo  che porteremo avanti con una grande attenzione alle infrastrutture che sono fondamentali per il nostro territorio e sulle quali continueremo a investire".

       Le risorse del Fsc per oltre 149 milioni di euro sono finalizzate, in coerenza con gli altri fondi già attivi sul territorio relativi alla programmazione comunitaria Fesr e Fse plus e alle politiche di investimento del Pnrr, alla realizzazione di un programma unitario di 23 interventi strategici e rilevanti per lo sviluppo infrastrutturale, economico e sociale del territorio dell’Umbria. Trasporti e mobilità, rilancio e potenziamento dei territori, ricerca e promozione dell’innovazione tecnologica, sociale e salute, capacità amministrativa sono i settori di intervento.

       In particolare per il settore dei “trasporti e della mobilità”, le risorse, per circa 46 mln di euro, sono destinate al potenziamento delle reti e dei sistemi di trasporto pubblico. Sono previsti la realizzazione e il completamento della rete viaria, dei sistemi di trasporto automatizzato sostenibili, l’ammodernamento tecnologico dei servizi ferroviari.

     Per quanto riguarda il “rilancio e il potenziamento dei territori” (circa 71 mln di euro), si pone particolare attenzione alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, alla riqualificazione e ammodernamento degli spazi pubblici a servizio della collettività, all’efficientamento energetico di edifici pubblici con la realizzazione di impianti da fonti energetiche rinnovabili, alla valorizzazione integrata delle eccellenze territoriali.

      Nell’ambito del settore “ricerca e promozione dell’innovazione tecnologica” (15 mln di euro) è previsto il finanziamento di strutture dedicate alla ricerca e all’accrescimento delle competenze per ricerca, innovazione e transizione industriale.

       Per quanto concerne l’area del “sociale e salute”, con la previsione di un importante investimento (12 mln di euro), gli interventi sono finalizzati alla ristrutturazione e all’allestimento di spazi da destinare all’erogazione di servizi sanitari di prossimità e garantire più adeguati standard e livelli di servizio.

       All’interno dell’Accordo per la Coesione, 61 milioni di euro sono destinati al cofinanziamento dei Programmi comunitari regionali 2021-2027 che sostengono lo sviluppo sostenibile, l’innovazione, la coesione e l’inclusione sociale.

       Il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) è, congiuntamente ai Fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell’articolo 119, comma 5, della Costituzione italiana e dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

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    Nella giornata odierna la Polizia di Stato di Perugia ha eseguito un provvedimento emesso dal G.I.P. del Tribunale di Perugia con il quale sono state disposte sette misure cautelari in carcere e una misura dell’obbligo di dimora nei confronti di altrettanti soggetti - tutti residenti nella provincia di Napoli – risultati gravemente indiziati dei delitti di associazione a delinquere finalizzata al compimento di truffe.

    Le indagini prendevano avvio da una denuncia presentata agli inizi dello scorso anno da un cittadino della provincia di Perugia il quale, dopo aver messo in vendita il proprio orologio di significativo valore, su un noto sito internet e-commerce, era stato contattato da un soggetto che aveva manifestato interesse all’acquisito. Raggiunto l’accordo, l’orologio veniva pagato con un assegno circolare di oltre 8.000,00 €, risultato poi falso.

    I successivi accertamenti venivano delegati da questa Procura al Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Polizia Postale e delle Comunicazioni di Perugia; gli approfondimenti svolti consentivano alla componente specialistica della Polizia di Stato di svelare un sodalizio criminale composto da uomini e donne - legati tra loro anche da vincoli parentali - ognuno con compiti ben delineati, in grado di acquistare accessori di lusso (generalmente orologi di valore) con assegni circolari falsi.

    A capo del sodalizio gli investigatori individuavano un soggetto attualmente detenuto presso il carcere di Poggioreale a Napoli che nonostante lo stato di detenzione riusciva, attraverso l’uso di cellulari dei quali era illecitamente in possesso, a dirigere il gruppo, e a tenere i contatti, non solo con i sodali, ma anche con le vittime.

    L’attività illecita, basata su modalità consolidate e ripetitive, ha consentito la perpetrazione di circa 50 truffe.

    In particolare il modus operandi dell’associazione - comune e collaudato - è risultato il seguente:

    una prima fase di “ricognizione” delle piattaforme di e-commerce, consentiva di individuare sia l’oggetto di valore nonché gli inserzionisti degli annunci di vendita;

    la seconda fase era quella del “contatto telefonico” che avveniva prima attraverso la messaggistica del sito e poi attraverso contatti WhatsApp; acquista telefonicamente la fiducia del venditore e al fine di rendere maggiormente credibile la bontà della proposta di acquisto, gli indagati indicavano come luogo di incontro per lo scambio dell’orologio la filiale della banca della vittima, ove cioè sarebbe stato incassato l’assegno circolare.

    Prima di incontrare il venditore gli indagati:

    • predisponevano i titoli falsi recanti i dati della banca emittente, l’importo stabilito ed il nominativo della vittima;
    • attivavano utenze telefoniche VoIP (con prefissi geografici02, 051, 0742 etc..) da inserire nel motore di ricerca Google in maniera da farle apparire come numerazione degli istituti bancari che avevano emesso - in apparenza -  i falsi assegni (in caso di contatti da parte delle vittime, rispondevano sedicenti impiegati dell’istituto di credito con il compito di rassicurare l’interlocutore circa la bontà del titolo);
    • creavano false pagine internet delle filiali bancarie che risultavano aver emesso il titolo nelle quali comparivano i numeri di telefonico VoIP sopra indicati; infatti, chiamando tali numeri - rispondevano o il soggetto detenuto, in via prioritaria, oppure una donna i quali, fingendosi impiegati della banca, fornivano all’interlocutore garanzie verbali relative sia all’autenticità dell’assegno nonché alla relativa provvista.

    Definiti tutti gli accordi della trattativa veniva concordata la data e l’ora dell’incontro, incontro al quale gli indagati partecipavano con falsi documenti di identità.

    L’assegno circolare veniva consegnato al personale bancario il quale, accertata l’esistenza sui siti internet della filiale emittente il titolo, individuata l’utenza e dopo aver ricevuto garanzie telefoniche, lo poneva all’incasso.

    Conclusa la compravendita ed entrati in possesso degli orologi, gli indagati facevano perdere le proprie tracce; soltanto dopo alcuni giorni la vittima si accorgeva di essere stata truffata allorquando la banca gli comunicava che l’assegno era falso in quanto emesso da una banca inesistente.

    L’acquisizione di un ingente mole di dati da parte degli investigatori, durante un anno di investigazioni, ha consentito di interrompere l’attività criminosa che ha fruttato al sodalizio un profitto illecito - in un arco temporale di pochi mesi - di quasi 600.00,00 €. 

    La complessa attività di indagine ha permesso di delineare un rilevante quadro investigativo che ha portato l’Ufficio a richiedere e ottenere una misura cautelare per gli indagati.

    Alle prime luci dell’alba il personale del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Polizia Postale e delle Comunicazioni di Perugia unitamente al Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma in collaborazione con il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Campania, il Reparto Prevenzione Crimine Campania e il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria di Roma e Napoli hanno eseguito nove perquisizioni locali e personali anche presso la casa circondariale dove è detenuto il presunto vertice dell’associazione.

    Al termine delle operazioni sono state individuati 6 sei 7 destinatari del provvedimento cautelare mentre uno è allo stato irreperibile.

    Le perquisizioni hanno consentito di rinvenire due telefoni cellulare in uso al detenuto nonché, presso le abitazioni degli indagati, gioielli, computer e numerosi appunti manoscritti.

    Quanto sequestrato sarà oggetto di verifica nei prossimi giorni.     

     

    Perugia, 06 marzo 2024

     

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