«Dare un giudizio sommario non è facile, ci sarebbe un libro per stagioni così... Per riassumere: quando si cambia è perché ci si attende di migliorare, quando hanno chiamato mister Cosmi a gennaio pensavano di fare di più, ma le cose non sono andate così. Siamo partiti anche abbastanza bene, poi c'è stata una serie di risultati negativi che ha creato problemi: la vittoria pre-lockdown con la Salernitana sembrava aver messo le basi per riprendere al meglio, ma dopo poco si è di nuovo ripiombati in una situazione dove la squadra non reagiva molto, sembrava un po' piatta. I motivi sono essere tanti, la società ha ritenuto di dover cambiare un'altra volta, e tornare al pre-gennaio, richiamando Oddo».
Bazzani analizza il suo contributo alla causa: «Ognuno deve prendersi la sua fetta di responsabilità, e mi fermo a prendermi la mia da sei mesi di vice-allenatore: ho ripensato a cosa potevo fare di più. Dire che è andata male solo per questo o per quello non ha senso, un errore è stato quello di pensare sempre che fosse colpa di qualcun altro. Poca autocritica da parte di tutti, io mi sono messo in discussione e volevo fare di più, anche se per come la vedo ho imparato tantissime cose in questi sei mesi, vedendo certe cose con lucidità maggiore non essendo stato il capo-allenatore. Peccato, perché so quanto ci teneva Serse e perché sono legato alla piazza di Perugia...».
«I sogni nel calcio vanno tramutati in realtà, nel lavoro duro sul campo e nelle dinamiche di spogliatoio che non sempre sono rose e fiori. La stagione è stata segnata da troppe vicissitudini che poi hanno portato a un epilogo sfortunato. Lo sconforto della gente è anche il nostro: gli obiettivi erano diversi ma ci siamo trovati in mezzo alla tempesta. Lì avremmo voluto provare ad uscirne in prima persona, ma per una società è legittimo e giusto fare le proprie scelte e valutazioni. Bisogna rispettarle, forse non era giusto neanche cambiare Oddo a gennaio, magari il club ha sopravvalutato la rosa, pensando che si potesse fare di più. A noi rimane il rammarico delle tempistiche sull'esonero, e l'essere andati via col Perugia che era salvo. L'aria è viziata, a prescindere: se si cambia molto, mettendosi poco in discussione, può andare bene una partita o due pensando che il colpevole fosse il precedente, ma alla fine i nodi vengono al pettine».